13/06 Cinema e Recitazione

13/06 Cinema e Recitazione
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “CINEMA E RECITAZIONE”

L’Accademia Achille Togliani ha il piacere di ospitare la presentazione del libro, edito da Liguori Editore, Cinema e Recitazione di Ferdinando Maddaloni.
Cosa distingue la recitazione teatrale da quella cinematografica?
Perché Cenere, unico film della grande Eleonora Duse, fu un fiasco? Possiamo considerare Benito Mussolini il più grande attore di tutti i tempi? Come si recita oggi in Italia? Libro e documentario ricostruiscono la storia della recitazione cinematografica dalla “chiassosa arte del silenzio all’improvvisazione televisiva” Un atto d’amore verso la nobile arte della recitazione affinché “questa sera si reciti a soggetto e non … a soggettiva!”

L’AUTORE – Maddaloni ha lavorato in teatro con Gabriele Lavia e al cinema con Pasquale Squitieri. In televisione ha preso parte alla soap «Casa Vianello» e ha lavorato anche con i fratelli Taviani. Per Raitre ha interpretato il ruolo del pm Menale ne «La squadra» e per Raiuno quello di Nando nella decima serie di Incantesimo.

www.liguori.it/schedanew.asp?isbn=4159

Giovedì 13 giugno alle 15, presso l’Accademia Achille Togliani di Roma in Via Nomentana, 1018. INGRESSO LIBERO

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La regia cinematografica in 24fps…

La regia cinematografica in 24fps…
24 APPUNTAMENTI CON LA REGIA

Dal 26 gennaio l’Accademia Togliani presenta il nuovo Corso di Regia Cinematografica 24FPS tenuto da Riccardo Cendamo e Simone  Siragusano e annuncia l’apertura delle iscrizioni.

Il Corso di Regia Cinematografica ha una durata di sei mesi per ventiquattro appuntamenti e il suo avvio è previsto per metà gennaio 2013. Il corso va ad affiancare il già ricco programma didattico dell’Accademia pensato e sviluppato per tutti coloro che vogliono dedicarsi allo studio delle arti e dello spettacolo.

Il Corso vuole offrire ai propri allievi tutti gli strumenti necessari per dedicarsi alla professione di regista attraverso un programma dettagliato e approfondendo quelle materie indispensabili, necessarie, a ottenere la padronanza di utilizzo della macchina da presa, del set e delle dinamiche che ruotano attorno ad esso.

Tra le materie insegnate segnaliamo Sceneggiatura, Fotografia, Suono, Montaggio e Direzione degli attori.

Ogni aspetto specifico del linguaggio cinematografico e della pratica della regia analizzato nelle lezioni teoriche, sarà approfondito attraverso esercitazioni pratiche che vedrà il coinvolgimento degli allievi attori dei corsi di Formazione dell’Accademia Togliani, e sviluppato attraverso case history esposte da guest che interverranno nel corso delle lezioni.

A conclusione del corso è prevista la realizzazione di un cortometraggio dove ogni partecipante potrà cimentarsi nella direzione individuale di una scena o di una sequenza.

Le lezioni si terranno presso la sede dell’Accademia Togliani, in Via Nomentana 1018, Roma.

Per informazioni, richieste e iscrizioni al Corso di Regia Cinematografica 24 FPS

Segreteria Accademia Achille Togliani, Via Nomentana, 1018 – Roma

+39 347 1704428 / info@accademiatogliani.it / www.accademiatogliani.it

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Pronti…partenza…VIA!

Pronti…partenza…VIA!

Il countdown è terminato…Uno tsunami di allegria ed energia ha travolto tutto e tutti. Le aule dell’Accademia hanno accolto i nostri giovani talenti che hanno dimostrato immediatamente di voler a tutti i costi guadagnarsi un posto di rilievo nel mondo dello spettacolo. Dall’altra parte il corpo docente è sceso in campo determinato a mettere a disposizione dei ragazzi tutta la propria esperienza e professionalità. L’Accademia Achille Togliani ha così intrapreso un nuovo anno dove gli allievi del secondo si sono ritrovati e uniti agli allievi del primo anno, per dare vita a nuove fatiche e nuovi lavori. Noi sappiamo benissimo che non sarà sempre facile, e che a volte un particolare stato emotivo caratterizzato da una ipersensibilità agli stimoli e da una sproporzionata risposta a tali stimoli, sia a livello di comportamento sia a livello fisico prenderà il sopravvento, detto in parole povere il nervosismo la farà da padrone, ma sappiamo anche che la voglia di mettersi in gioco, la forza di volontà, e il sogno di vivere una vita da artista completo avranno la meglio. E l’augurio che tutti noi “eminenze grigie” dell’Accademia Achille Togliani facciamo ai nostri ragazzi è quello di vivere alla grande ogni singolo momento, di articolare ogni emozione, di tirare giù il freno a mano e darci dentro senza risparmiarsi mai. Perché il lavoro che abbiamo scelto è fatto di disciplina, e il percorso è pieno di ostacoli e tanti “no”, ma noi impareremo ad accettarli, e a superarli.

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Chi siamo veramente…

Chi siamo veramente…

Era da tanto che sognavo di scrivere questo pezzo. Ero sicuro che il 2012 sarebbe stato il nostro anno. O almeno l’anno zero. Il momento in cui il nostro approccio formativo e professionale avrebbe avuto una sua consacrazione. Io credo che siamo solo all’inizio. Mi spiego meglio: nel 2012 siamo stati protagonisti di una serie di eventi, Container alla Casa del Jazz, La Notte dei Musei, non ultimo lo spettacolo “Polvere” per la regia di Saverio di Giorgio in scena il 12 ottobre al Centro Cult.le Aldo Fabrizi all’interno della Rassegna Giovani@teatro, che ci hanno regalato molti applausi e tanta soddisfazione. Sono sicuro che mio padre Achille, sempre attento al destino dei suoi allievi sarebbe stato felicissimo di come stanno andando le cose. Ricordo che fece debuttare in un modo o nell’altro tutti noi. Non mi ha mai reputato ‘pronto’, almeno finché era in vita. Potevo fare al massimo il presentatore dei suoi recital. Alché un bel giorno ho deciso di prendermi da solo ciò che volevo, con la regia di un piccolo spettacolo dal titolo “Brothers” (da notare il mio solito e sfacciato filo-americanismo da figlio degli anni ’80). 55 minuti, atto unico di una commedia piena zeppa di musica e con tante idee – ad un certo punto il protagonista, Michael, da me interpretato, parlava con l’altro sé alla televisione, dialogava con la sua coscienza, e quella gli rispondeva pure! Ero sempre io ovviamente, ma filmato molti giorni prima del debutto, con occhiale Ray-ban nero e sigaretta di cioccolato…correva l’anno 1995 e mi piace ricordare l’esperimento del grande Derek Jarman e del suo flusso di coscienza nel testamento/capolavoro “Blue”. Mi aveva sconvolto e aveva convinto un 19enne appassionato della vita come me che ‘allora si può fare’. Questo cambia tutto. Si può fare, e se hai dei compagni di viaggio…insomma lo fai. Mio padre soddisfatto mi disse: “mi sono divertito, ma devi allungarlo”. I miei compagni di avventura erano tutti allievi come me, molti di questi neanche diplomati. Il sogno di una compagnia stabile o in grado di camminare da sé con innesti di tanto in tanto di nuovi adepti e avventurieri era nella mia testa già da allora. Questo per dire che siamo sempre stati votati alla sperimentazione – Tele-Degrado del 2009 è qui a dimostrarlo -, all’azzardo e al coinvolgimento di più persone che provenissero da quella grande esperienza che è l’Accademia Togliani. Rigida e flessibile allo stesso tempo. La disciplina e la serietà prima di tutto. Sul lavoro poi… Ad un recital di mio padre tardai all’appuntamento causa un bacio prolungato sulla spiaggia con la mia ragazza…corsi in strada con il fedele tergi-sacco dello smoking….risultato: non c’era nessuno. Andarono senza di me. “Così impari a stare al mondo” tuonò mio padre. “A stare al mondo”…oggi lo ringrazio ancora di quella lezione, perché così ho imparato a ‘sopravvivere’ al mondo. Grazie per quella lezione dolorosa ma utile più che mai. Noi docenti, la struttura nella sua totalità, ce la mettiamo tutta in un tempo in cui le lezioni non le vuole nessuno, a parte i ragazzi che abbiamo visto in scena quest’anno. Quel gruppo di ragazzi che dopo aver coltivato un sogno sono stati in grado anche di capire che c’è sempre il momento per emergere, che la lezione è importante e che c’è talmente tanta di quella concorrenza che per distinguersi bisogna amare ciò che si fa, amarlo dandosi delle regole ferree; è l’unica via, come dico spesso, per trasformare una seppur vivida aspirazione in una carriera. Ai ragazzi con i quali ho condiviso un percorso e a quelli nuovi auguro il massimo del rischio (calcolato), e grande entusiasmo, lo stesso che mi ha contraddistinto in questi 20 anni di carriera.

Adelmo Togliani

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Da PrismaNews

Da PrismaNews
Adelmo Togliani parla agli aspiranti attori

Corsi di formazione biennali, 800 ore di lezioni teoriche e pratiche con laboratori di canto, danza, recitazione, dizione, doppiaggio. Allestimento di spettacoli autoprodotti e da gennaio 2013 la novità di un corso di regia. Questa l’intelaiatura su cui si fonda l’Accademia Togliani, che dal 1989 a Roma sforna attori professionisti, protagonisti del mondo dello spettacolo.

La scuola di formazione professionale attoriale Togliani, fondata da Achille Togliani, indimenticato cantante e attore, è riconosciuta dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma ed è convenzionata all’Asi Ciao, Coordinamento Imprese sociali ed enti No Profit: rilascia agli allievi che hanno superato l’iter formativo il Diploma di Qualifica professionale di attore e permette di acquisire crediti formativi universitari.

In occasione dell’Open Day di giovedì 4 ottobre, le porte dell’Accademia in via Nomentana a Roma si sono aperte a tutti i ragazzi e le ragazze interessati a intraprendere il mestiere dello spettacolo. Gli insegnanti coordinati da Adelmo Togliani, si sono messi a disposizione di chi vuole conoscere l’attività dell’Accademia, offrendo lezioni di recitazione, danza e improvvisazione. Prismanews ha seguito l’evento grazie alla guida di Laura Beretta, responsabile dell’ufficio stampa ch ci ha accompagnati attraverso gli spazi dell’Accademia illustrandone le specificità e i punti di eccellenza. “Una formazione a 360 gradi è il nostro punto di forza – ha sottolineato Laura Beretta – dunque lezioni di teoria, storia del cinema, del teatro, in stretta correlate alla formazione sul campo, questo per abituare i giovani allievi ad avere una solida preparazione. Preparazione che forse da sola non basterebbe, ecco perché l’Accademia segue i propri allievi praticamente fino al debutto sui palcoscenici. Mentre prosegue la visita attraverso la sala canto, quella per la danza, la sala teoria e la camera casting, in cui si insegna all’allievo ad abituarsi alla presenza di una telecamera o di una cinepresa allenandolo ai tempi televisivi o cinematografici, ci dice che per l’Accademia è fondamentale provare le motivazioni, le capacità, la passione dei ragazzi che desiderano iscriversi ai corsi. Prima di essere ammessi è infatti necessario affrontare e superare un provino.

 

Terminata la lezione è il momento di una chiacchierata con Adelmo Togliani.

Se dovessi spiegare ad un ragazzo che vuole fare il mestiere dello spettacolo, come gli descriveresti L’Accademia Togliani?
A Roma ci sono molte Accademie di teatro, ciò che ci contraddistingue dalle altre è il modo in cui seguiamo i nostri giovani. Li accompagniamo nel mondo del lavoro, creando vere e proprie opportunità professionali e sin dalla fase formativa limitiamo il numero di partecipanti ad un gruppo ristretto e selezionato in modo da consentire a tutta la struttura di concentrare energie sul talento e il merito”.


Passione e metodo sono ancora indispensabili per fare questo mestiere, o come molti purtroppo pensano, sono più importanti “le scorciatoie”?
Le scorciatoie ci sono e ci saranno sempre, credo anche però che bisogna essere in grado di sfruttarle, e dare il meglio di sé quando il ‘treno passa’. Il nostro è un mestiere talmente pieno di variabili…che la raccomandazione secondo me è l’aspetto meno rilevante. Ma ripeto: la preparazione e la formazione che rappresentano il nostro forte in quanto scuola, sono fondamentali per un artista. Nessuno vuole essere una meteora, e una raccomandazione fine a se stessa serve a ben poco, non trasforma delle seppur vivide aspirazioni in una ‘carriera’.

 

L’Accademia è molto attiva, promuove numerose iniziative, come ad esempio lo spettacolo andato in scena in occasione della Notte dei Musei.
“Devo dire che sin dai tempi della sua fondazione L’Accademia Achille Togliani ha fornito occasioni professionali ai suoi allievi. Io e i miei compagni di allora cominciammo con papà, nei suoi recital canori. Lui diceva che non ero pronto per gli sketch, e quindi facevo il presentatore. Introducevo i miei colleghi/compagni di scuola e le parti canore di mio padre. Il dopo-intervallo era il mio forte! Oggi la mission della scuola è sempre la stessa, ma ha dilatato ancora di più il suo raggio. “L’Amore ai tempi della crisi” ideato da me ed Elena Tommasini, sotto la mia regia, dà addirittura, in una cornice meravigliosa come la Notte dei Musei, l’occasione ai nostri  ragazzi di portare in scena dei ‘pezzi’ inediti scritti da loro stessi. Più di così! Inoltre ricordo che il 12 ottobre andremo in scena per la rassegna Giovani@teatro al Centro Culturale Aldo Fabrizi con uno spettacolo prodotto dall’Accademia con il contributo dell’Assessorato del Comune di Roma alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani. Lo spettacolo dal titolo POLVERE per la regia di Saverio di Giorgio tratta il delicato tema della tossicodipendenza. I due protagonisti sono allievi della nostra scuola. Alla fine abbiamo anche organizzato un dibattito con alcuni esperti del settore che verrà moderato da Emanuele Merlino”.


Veniamo a te, da poco hai girato un film con Pupi Avati, vuoi dirci qualcosa a proposito.
“Uno di quei registi che solo a sentirne parlare mi viene la tremarella…al provino fui sfrontato. Sul set invece, aveva una cavolo di fifa. Lui va per sottrazione, io ho una personalità a volte debordante, c’è un’incompatibilità di fondo che è stata poi risolta. Da subito ho azzardato a mio rischio e pericolo, un dialetto romagnolo, e lui: niente. Dopo i primi 3 ciak, mi fa: “Ma lo sai che lo parli proprio béne? Evvai, avevo qualche possibilità. Sono andato avanti così per tutta la lavorazione come fossi stato in trincea, avanti due indietro uno, indietro due avanti tre passi…azzeccavo una cosa e lui preferiva che mi concentrassi su altri aspetti e correggessi. Con lui è come se fossi tornato a scuola, ma sono stato felicissimo di farlo. Sono molto esigente con me stesso e sempre disposto a mettermi in gioco, fa parte del nostro mestiere. E poi come dice Pupi: il professionismo ha creato omologazioni, e l’omologazione è la rovina”.


L’Accademia è stata fondata da tuo padre Achille, indimenticato cantante e uomo di spettacolo, un tuo ricordo. “Non si è mai speso in complimenti nei miei confronti. Anzi, mi sono sempre sentito giudicato, lo sogno la notte che guarda i miei spettacoli ma non si esprime, né proferisce parola alcuna. Però il trucco era questo con lui; fare bottega vuol dire saper ascoltare il ‘maestro’. In ogni gesto o parola c’è un ‘segno’. Lì risiede il suo insegnamento. Puoi chiedere ad una leggenda cosa si deve fare nella vita per svoltare? Lui è la sintesi di tutto questo, trascende le soluzioni. Dopo l’ennesimo provino andato male, da cui, come sempre, tornavo piangendo, a piedi, da qualunque zona di Roma si svolgesse il cast, mio padre senza dare troppa importanza all’accaduto, diceva candidamente: “Si vede che non è il tuo momento, dovrai fare qualcosa di migliore”.


Tuo padre apparteneva alla schiera di artisti per così dire a tutto tondo, talento e dedizione applicate alla musica, al cinema, alla radio, alla televisione. Esistono ancora oggi artisti così?
“Direi di no. Mio padre è arrivato al cinema molto tempo dopo, nonostante fosse stato il suo primo grande amore. Era stato allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1940 con Antonioni, De Santis e Germi. Le circostanze della vita e il momento storico non lo hanno premiato da subito in quella che secondo me resta la sua vera passione. Tornando alla domanda, oggi c’è molta più concorrenza e riuscire a fare tutto e bene, beh la vedo dura. Avrei un nome, ma so che risulterei impopolare per i suoi trascorsi e perché unanimemente riconosciuta come una personalità un po’ controversa. Questo personaggio è Luca Barbareschi. Non è paragonabile a mio padre, ma in quanto ad eclettismo, insomma, ne avremmo di cui parlare”.


Quali i tuoi progetti futuri?
“Molti, uno di questi è scritto con la mia fedelissima collaboratrice, Elena Tommasini, si chiama “Vita da avatar”, spiega cosa succede ai personaggi dei videogiochi quando la console è spenta, quello che fanno. Gli avatar vivono di vita propria? Tutti loro attraverso degli immensi monitor fissati in piazza Avatar, a Gameland, spiano il mondo umano, ci imitano, ci prendono in giro. E poi tutti ce l’hanno con i Sims?!?! Perché? Certo, per loro giocare non vuol dire lavorare, hanno tutti gli add-on ed espansioni possibili! Vivono in posti fighi, isole caraibiche o superattici con viste spettacolari, vanno a feste e party, guidano belle macchine. 2bit e Deluxe, gli altri personaggi, si ammazzano di lavoro/gioco dalla mattina alla sera. Aggiungi il fatto che i Sims, sono stati creati da noi giocatori a nostra immagine e somiglianza!!! Abbiamo questo progetto in cantiere ormai da 3 anni e presto ne vedremo delle belle. Come attore invece ho finito adesso di girare con Leone Pompucci “Leone nel Basilico” con Ida di Benedetto, e adesso sono sul set con Valeria Golino, in un piccolo ruolo nell’ultimo film di Marco Puccioni “Come il vento””.


-written by Massimo Lori-

Tratto dal sito www.prismanews.net (tutti i diritti riservati ® 2012)

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